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Dicesi ‘messa cantata’ quando tutto è già stato deciso e non puoi che aggregarti al coro o limitarti ad ascoltare.

La strategia rischia di diventarlo ogni volta che non è oggetto di un processo di verifica, atto a metterla adeguatamente in discussione, non solo quando viene progettata, ma anche in corso d’opera.

Chi ritiene che un cruscotto di dati aziendali possa bastare a raggiungere lo scopo, rischia di prendere un granchio. La strategia, infatti, è quel processo aziendale che mira a soddisfare i bisogni del cliente in modo efficiente, quindi sostenibile nel tempo.

Gli ambiti di osservazione sono, quindi, due:

  1. la qualità della soddisfazione del cliente;
  2. la sostenibilità, nel medio-lungo termine, del processo di creazione del valore.

Quando l’indagine si limita al secondo punto il rischio di fare la fine di Blockbuster è dietro l’angolo. I conti aziendali andavano benissimo e questo faceva dire al Ceo ‘Netflix non è nemmeno sullo schermo radar dei nostri competitor’. Non rendendosi conto che, le pay tv e lo streaming più o meno legale, stavano innalzando la temperatura del business e rischiavano di far fare loro la fine della rana bollita. Quando le performance aziendali hanno cominciato a rilevare il cambiato atteggiamento del consumatore finale, era ormai troppo tardi, come il fallimento del 2013 ha poi dimostrato.

La sostenibilità a lungo termine non è assicurata dall’attuale equilibrio economico-patrimoniale, che è sicuramente un presupposto necessario, ma dalla capacità di interpretare continuamente i segnali deboli che arrivano dal mercato, e di chiedersi se la nostra strategia sia sulla strada giusta, seppur oggi stia producendo buoni risultati.

Perchè pochissime delle aziende che ho incontrato finora si sono strutturate in questo senso?

Perchè la strategia ‘messa cantata’ soddisfa l’imprenditore, che ha scelto personalmente il repertorio, e illude il coro dei manager di avere il controllo della situazione.

Meglio evitare scomodi briefing strategici, in cui mettere periodicamente sul tavolo pochi ma significativi segnali deboli sul sentiment del nostro cliente, su nuovi comportamenti che stanno emergendo o sulla sua percezione del futuro. Rischieremmo anche di chiederci se la nostra strategia è adeguata a prepararci ai prossimi futuri cambiamenti.

Qui qualche spunto concreto per approfondire COSA fare per l’osservazione strategica dei comportamenti del consumatore finale/cliente. Per il COME puoi contattarmi.

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