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L’ennesima visione di uno dei film della saga di Harry Potter, mi ha fatto riflettere su quanto ho visto accadere molte volte davanti alla macchinetta del caffè di numerose aziende. Tra battutine e confidenze sussurrate, questo luogo di incontro diventa spesso un confessionale, il luogo di condivisione del malessere e delle frustrazioni personali e lavorative dei collaboratori aziendali. Persone che in passato apprezzavi per la sicurezza professionale, le ritrovi emotivamente deboli e spaesate, annaspare come quando ci si sente in pericolo e senza punti di riferimento.

La causa viene spesso individuata nel ‘dissennatore aziendale’ di turno. Il dissennatore è una creatura oscura della saga del provetto mago che, quando ‘bacia’ la sua vittima, la priva di ogni pensiero gioioso fino a farla impazzire dalla disperazione.

Di solito il ‘dissennatore aziendale’ ricopre un ruolo che implica la definizione delle priorità e dei relativi tempi di esecuzione, che traduce operativamente ‘mettendo pressione’. Naturale e necessario nelle organizzazioni. Ma quello che lo caratterizza è l’insensibilità nel capire dove stia il punto critico, cioè quando il motore va fuori giri, surriscalda paurosamente e rischia la fusione. Quello che Maslach e Leiter hanno chiamato burnout.

Il ‘dissennatore aziendale’ agisce in nome dell’efficienza. Una visione miope, perchè nessuna prestazione fuori giri compenserà il costo della sostituzione di un motore.

La presenza di un dissennatore comporta l’assorbimento del calore circostante, con il conseguente calo drastico della temperatura e il congelamento dell’ambiente circostante.

Quando c’è in giro un ‘dissennatore aziendale’, nessun collaboratore assume inziative per paura dei conseguenti rischi e nell’organizzazione si diffonde il virus della ‘paraculaggine’.

Il ‘dissennatore aziendale’ non ha la capacità di ‘vedere’ le persone che ha davanti, ma solo la loro job description. Pensa sinceramente che in questo stia il bene dell’azienda. Scelta rischiosa in un ambiente di business dove i cambiamenti sono così repentini che le job description diventano vecchie velocemente e si ha bisogno più di colleghi intraprendenti che di affidabili esecutori.

Pensare di trovare organizzazioni senza dissennatori è pura illusione. E’ una distorsione fisiologica della leadership, quando si interpreta al servizio della performance invece che delle persone.

Anche in questo caso ci viene in soccorso Harry Potter e come si protegge dalle creature oscure, cioè evocando un Patronus, un incantesimo che catalizza i ricordi felici generando energia positiva. Nei ricordi sta la consapevolezza di quello che siamo veramente.

Il ‘dissennatore aziendale’ prende il sopravvento proprio quando perdiamo questa consapevolezza, quando lasciamo che quello che lui vuole che noi siamo, fagociti quello che noi siamo stati, siamo e vogliamo essere.

Il rimedio è ripercorrere la nostra storia. Ritornare alle cose positive del nostro percorso professionale e trovare sostegno nelle persone che ci hanno accompagnato. Affidandoci a loro, o a dei professionisti, anche per quanto di scomodo vorranno condividere con noi.

Magicamente prenderemo le distanze dal dissennatore e tornerà un po’ di calore, di consapevolezza e di sicurezza. Questo ci consentirà di guardare a quanto sta succedendo con occhi nuovi. Forse la creatura oscura sparirà perchè era più frutto di un nostro momento di debolezza emotiva che di una presenza reale. Forse quell’ambiente lavorativo si dimostrerà realmente popolato da uno o più dissennatori. A quel punto avremmo anche l’equilibrio per capire se è veramente il posto giusto per noi

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